Onirico viaggio immersivo nel subconscio recondito, l’interiorità trova individuale riscoperta nel Covid quando la sopravvivenza crea coscienza collettiva sulla realtà indomabile, sensibilità supportata dalla compositrice Dana Al Fardan quale strumento per condividere positiva energia spirituale attraverso la musica. È una analisi profonda, oculata, consapevole, quella esternata dalla compositrice qatarana in conferenza stampa, sorprendente lavoro intimistico capace di dare risposte e suggerimenti inaspettati attraverso la frequenza vibrazionale del suono musicale donante armonia psicofisica. Si chiama ‘Indigo’ la sua fatica in scena domani presso il fiesolano Teatro Romano, mix in luci, suoni, colori, susseguirsi di emozioni mutabili grazie alla musica classica contemporanea araba e occidentale, colore percepito dall’occhio umano a quella frequenza ottimale capace di destare serafico benessere interiore. Dana plasma le sue opere di culture diversificate, oculate ricercatezze minuziosamente catturate tra studi certosini, viaggi, formazione, scambi professionali, come quelle assonanze musicali percepite negli atavici canti intonati dai pescatori calabro-siculi, cogliendone il pregresso storico legato alla dominazione arabo-normanna-sveva di questo opulento lembo italico.