La cultura non è solo intrattenimento. È memoria collettiva, patrimonio condiviso, materia viva di cui si nutre l’identità di una comunità. E, a Prato, questa consapevolezza si fonde con la vocazione industriale del territorio in un progetto innovativo: “Fili di giovani trame”, un’iniziativa teatrale che porta in scena il patrimonio culturale e sociale della città attraverso gli occhi e le voci. Il progetto, di cui “Fili di giovani trame” fa parte, si articola in una serie di eventi teatrali che raccontano il ciclo produttivo della filiera tessile pratese, simbolo storico e identitario della città.
L’evento prende vita tra le pareti di un opificio attivo, dove i rumori e i fili degli orditoi i si intrecciano con quelle delle vite di giovani protagoniste. Lo spettacolo – scritto e diretto da Rosaria Bux e interpretato da una compagnia di giovani artiste – propone quattro quadri narrativi autonomi ma uniti dal filo rosso dell’infanzia negata e della lotta per la libertà. Donne-bambine, troppo presto costrette a diventare adulte. Quattro ritratti, potenti e delicati, che danno voce a chi spesso resta inascoltato. Rita Atria, la ‘picciridda’ di Borsellino, le bambine soldato, Samia Yusuf Omar, la velocista di Mogadiscio e le spose bambine.

Un momento delle prove
L’anima del progetto sta proprio nella sua squadra: giovani attrici (Benedetta Mattei, Margherita Carmignani, Emma Fiorentino, Giulia Ghignola e Matilde Mochi) che hanno scelto di mettere il proprio talento al servizio del territorio. “Fili di giovani trame” è un atto d’amore verso la città e il suo patrimonio. È anche una dichiarazione di intenti: la cultura non è decorazione, ma strumento di trasformazione sociale, capace di tessere legami tra generazioni, identità e memoria. Non è la prima volta che Prato utilizza la cultura per valorizzare la propria identità industriale e storica. Negli anni, molte iniziative hanno cercato di ridare voce e visibilità agli spazi e ai mestieri della tradizione tessile, puntando su innovazione e creatività. Questo progetto, però, si distingue per la sua forza narrativa e per l’intreccio consapevole tra il fare e il raccontare.
In un tempo in cui si invoca sempre più spesso la sostenibilità come valore imprescindibile, “Fili di giovani trame” dimostra che si può essere sostenibili anche culturalmente: restituendo senso ai luoghi, dignità ai vissuti, futuro alle nuove generazioni.
Perché ogni filo – anche il più sottile – può diventare trama di bellezza, giustizia e speranza
4 LUGLIO 2025 – ORDITURA
Colzi Fabrizio, Via Venezia 55, Montemurlo – ore 21:30
Rosaria Bux